Una leggenda racconta che Carlo Magno, conquistata Brescia longobarda nel 774, pose l’accampamento a Rodengo Saiano. Quando venne il momento di celebrare la festa di San Dionigi, che lui aveva giurato di festeggiare a Parigi, risolse la questione decretando che questa terra era come una “piccola Francia”, e ordinò che così fosse chiamata tutta la zona. La tesi più ricorrente e storicamente plausibile, comparve per la prima volta toponimo di Franzacurta nel XIII secolo e stava ad indicare le corti monastiche fondate dai cluniacesi che erano esenti dal pagamento dei dazi imposti dal Comune di Brescia in cambio del mantenimento e delle bonifica del territorio che si dimostrò ben presto idoneo alla coltura della vite. Nel 1570 un testo scritto in quell’anno del medico bresciano Gerolamo Conforti, dal titolo “Libellus de vino mordaci”, si descrive la notevole diffusione e il largo consumo in quell’epoca di vini prodotti sulle colline moreniche a sud del lago d’Iseo, ottenuti con le rifermentazioni in contenitori chiusi; vini “mordaci” cioè briosi e spumeggianti. Nei secoli successivi la viticoltura della Franciacorta ha attraversato fasi alterne ma la produzione del vino non si è mai interrotta: i vini franciacortini erano conosciuti e apprezzati anche nel secolo scorso, anche fuori dal ristretto ambito locale. Ma è verso la fine degli anni ’50 che le cose hanno veramente cominciato a cambiare ed è nata la moderna Franciacorta vitivinicola: le tappe vengono bruciate in pochissimi anni e nel 1967 i vini della Franciacorta sono riconosciuti come prodotto di pregio e di qualità e ottengono la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.). Verso la fine degli anni ’70 l’Italia riscopre il piacere della buona tavola e dei prodotti raffinati: produrre alimenti e vini di qualità comincia a diventare una vera e propria cultura.
Con il termine Franciacorta oggi si identifica un’area geografica costituita da 19 comuni della provincia di Brescia e delimitati da una pianura subcollinare a Sud, dalle colline rocciose e moreniche ad Est, dalla sponda del fiume Oglio a Ovest e dal Lago d’Iseo a Nord.
Tra i fattori che hanno permesso il conseguimento di tali risultati rilevano le caratteristiche del territorio e del micro clima che connotano la Franciacorta, particolarmente adatte alle produzioni vitivinicole di qualità. Tuttavia, un aspetto interessante è rappresentato dall’ elevata professionalità di alcuni produttori tra i quali si è instaurato un interessante fenomeno di competizione per la qualità. La passione ha consentito di effettuare importanti miglioramenti sui terreni, nelle tecnologie di coltivazione dei vigneti e di produzione in cantina, in ricerca, in strutture e nel personale (enologi ed agronomi).
Una leggenda racconta che Carlo Magno, conquistata Brescia longobarda nel 774, pose l’accampamento a Rodengo Saiano. Quando venne il momento di celebrare la festa di San Dionigi, che lui aveva giurato di festeggiare a Parigi, risolse la questione decretando che questa terra era come una “piccola Francia”, e ordinò che così fosse chiamata tutta la zona. La tesi più ricorrente e storicamente plausibile, comparve per la prima volta toponimo di Franzacurta nel XIII secolo e stava ad indicare le corti monastiche fondate dai cluniacesi che erano esenti dal pagamento dei dazi imposti dal Comune di Brescia in cambio del mantenimento e delle bonifica del territorio che si dimostrò ben presto idoneo alla coltura della vite. Nel 1570 un testo scritto in quell’anno del medico bresciano Gerolamo Conforti, dal titolo “Libellus de vino mordaci”, si descrive la notevole diffusione e il largo consumo in quell’epoca di vini prodotti sulle colline moreniche a sud del lago d’Iseo, ottenuti con le rifermentazioni in contenitori chiusi; vini “mordaci” cioè briosi e spumeggianti. Nei secoli successivi la viticoltura della Franciacorta ha attraversato fasi alterne ma la produzione del vino non si è mai interrotta: i vini franciacortini erano conosciuti e apprezzati anche nel secolo scorso, anche fuori dal ristretto ambito locale. Ma è verso la fine degli anni ’50 che le cose hanno veramente cominciato a cambiare ed è nata la moderna Franciacorta vitivinicola: le tappe vengono bruciate in pochissimi anni e nel 1967 i vini della Franciacorta sono riconosciuti come prodotto di pregio e di qualità e ottengono la Denominazione di Origine Controllata (D.O.C.). Verso la fine degli anni ’70 l’Italia riscopre il piacere della buona tavola e dei prodotti raffinati: produrre alimenti e vini di qualità comincia a diventare una vera e propria cultura.
Con il termine Franciacorta oggi si identifica un’area geografica costituita da 19 comuni della provincia di Brescia e delimitati da una pianura subcollinare a Sud, dalle colline rocciose e moreniche ad Est, dalla sponda del fiume Oglio a Ovest e dal Lago d’Iseo a Nord.
Tra i fattori che hanno permesso il conseguimento di tali risultati rilevano le caratteristiche del territorio e del micro clima che connotano la Franciacorta, particolarmente adatte alle produzioni vitivinicole di qualità. Tuttavia, un aspetto interessante è rappresentato dall’ elevata professionalità di alcuni produttori tra i quali si è instaurato un interessante fenomeno di competizione per la qualità. La passione ha consentito di effettuare importanti miglioramenti sui terreni, nelle tecnologie di coltivazione dei vigneti e di produzione in cantina, in ricerca, in strutture e nel personale (enologi ed agronomi).
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OENOLAB
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ARDUA.
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